Rubrica – A cura della Direzione Sanitaria FIDAS Matera
LA DONAZIONE DI SANGUE: DAL DONATORE AL RICEVENTE
La donazione di sangue consiste nel sottoporsi, volontariamente alla donazione di una determinata quantità del proprio sangue o di suoi componenti per essere utilizzata a scopi medici. Nel nostro Paese, inoltre, è possibile anche donare il sangue del cordone ombelicale e, in alcuni casi (patologia per la quale è riconosciuto il beneficio dell’utilizzo delle cellule staminali del sangue da cordone ombelicale tra i fratelli o genitori), conservarlo per uso dedicato. Da questo sono estratte le cellule staminali embrionali che rappresentano, spesso, l’unica terapia in molte patologie, come ad esempio le leucemie.
Il limite massimo di sangue intero che è possibile donare è di 450 ml mentre per il plasma è 600 ml. Si stima che il sangue presente in circolo rappresenta circa il 7% della massa corporea.
Il sangue e gli emocomponenti sono prodotti terapeutici indispensabili perché rappresentano la terapia di supporto in moltissime patologie, mediche e chirurgiche, oltre che in emergenza. Molti interventi chirurgici, generando inevitabilmente emorragie, necessitano di unità di sangue da trasfondere al paziente e il numero di unità necessarie è proporzionale alla complessità e durata dell’intervento stesso oltre che all’ età del paziente: pazienti anziani necessitano di maggiori unità.
La normativa italiana, con la legge n. 219/2005 disciplina la qualità e la sicurezza del sangue e degli emoderivati donati, regolamentando con essa le informazioni da fornire e da richiedere ai donatori, fino alla distribuzione e assegnazione al ricevente, passando per i controlli virologici, microbiologici e immunologici e aventi il fine di garantire la sicurezza del sangue da trasfondere.
In Italia possono donare il sangue tutte le persone in buona salute di età compresa tra 18-65 anni, anche se il reclutamento per la prima donazione di individui di età >60 anni deve essere autorizzato dal medico responsabile della selezione.
Il rapporto donatore-ricevente non è un rapporto 1 a 1; ogni unità di sangue intero donato viene frazionata in tre emocomponenti, cioè globuli rossi, plasma e piastrine, ognuno dei quali può essere trasfuso separatamente ad un diverso paziente: il rapporto quindi è 1 a 3. Va anche sottolineato che nell’organismo umano i vari componenti del sangue hanno durate di vita limitate: i granulociti durano alcune ore, le piastrine una settimana ed i globuli rossi 100 giorni.
Il sangue donato, al pari di quello non donato, è dunque deperibile ed ha pertanto una scadenza temporale, dopo la quale non può essere più utilizzato.La sacca di sangue appena donata viene inviata al laboratorio di produzione degli emocomponenti del Servizio Trasfusionale per essere scomposta in globuli rossi concentrati, plasma e piastrine, tramite l’uso di una centrifuga.
Questo passaggio è richiesto in quanto alcuni pazienti necessitano di un determinato emocomponente: gli anemici solo di globuli rossi, chi ha problemi coagulativi solo del plasma, chi ha poche piastrine solo di queste ultime.
I diversi emocomponenti per mantenere le proprie caratteristiche devono essere conservati a diversa temperatura.
Concentrati di globuli rossi
Vengono conservati in appositi frigoriferi a una temperatura fra i +2°C e i +6°C, per un massimo di 42 giorni a seconda della soluzione additiva presente nella sacca. sono indicati nelle anemie acute e croniche per aumentare rapidamente l’apporto di ossigeno ai tessuti
Concentrati di piastrine
Sono conservati a temperatura ambiente (+20-22°C) per un massimo di 5 giorni in costante agitazione. uso: trattamento delle emorragie dovute a carenza delle piastrine
Plasma
Viene congelato rapidamente a -80° e, conservazione a -25° C per 24 mesi.Il plasma è utile nel trattamento delle emorragie dovute a deficit multipli dei fattori della coagulazione per la produzione dei plasmaderivati ( albumina, Immunoglobuline e fattori della coagulazione).
Inoltre, gli emocomponenti, prima di poter essere utilizzati, devono essere validati. Cioè occorre verificare che gli accertamenti di legge (gruppo sanguigno, ricerca del virus dell’AIDS e dell’epatite B, ricerca dei segni di infezione dell’AIDS, dell’epatite B e C e della sifilide, dosaggio delle transaminasi) siano nella norma.
Questi dati non sono fissi, ma evolvono in base al progresso delle conoscenze scientifiche e vengono di volta in volta stabiliti da Decreti Ministeriali (quello vigente è il Decreto del Ministero della Salute del 2 novembre 2015 recante “Disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti”). Dall’analisi di questo processo di conservazione particolarmente complesso e delicato emerge l’importanza che riveste un uso razionale e programmato degli emocomponenti e dei plasmaderivati, al fine di evitarne inutili sprechi.
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