LA SALUTE E’ UNA QUESTIONE DI STILE
a cura del Direttore Sanitario Dott.ssa Rosa Lupo
Lo stile di vita è un’espressione, spesso accompagnata agli aggettivi sano e attivo.
Cos’è uno stile di vita sano e attivo?
Molte persone, pur avendo già sentito parlare di “sani stili di vita”, tuttavia non hanno ancora ben chiaro cosa significa, ma soprattutto come iniziare a cambiare
le proprie abitudini.
Potremmo definirlo come un puzzle, in cui ogni tassello è importante per definire il quadro generale di salute e benessere.
Riuscire a vivere in modo sano ci permette di stare bene in salute.
Alcune buone abitudini risultano particolarmente correlate con la possibilità di condurre una vita sana.
Seguire uno stile di vita sano ha dimostrato grandi vantaggi per la salute in termini di prevenzione primaria (prevenire l’insorgenza di una patologia) o secondaria
(quando la malattia si è già manifestata) In particolare,evidenze scientifiche dimostrano che uno stile di vita sano
ha effetti benefici sulla prevenzione di patologie cardiovascolari, come infarto del miocardio, ipertensione arteriosa, angina e scompenso cardiaco;
patologie come diabete e la sindrome metabolica, e il tumore, in particolare al seno e al colon.
Un primo punto importante per prendersi cura di sè e mantenersi in salute è eliminare i fattori di rischio.
Quest’ultimi, oltre a peggiorare la propria vita, espongono all’insorgenza di numerose patologie.
Un fattore di rischio di grande rilievo riguarda la categoria dei fumatori, in particolare quelli che fumano circa 30 sigarette al giorno.
Anche il consumo quotidiano di alcol superiore alla soglia etanolica (che dipende anche da peso e altezza) rischia di esporre a pericoli per la salute.
La comparsa di colesterolo alto è un campanello d’allarme, soprattutto se ad essere superiore alla soglia è il cosiddetto colesterolo cattivo o LDL.
Il sovrappeso costituisce un aspetto da non sottovalutare in termini di salute e incidenza di patologie:i chili in eccesso rendono i soggetti più fragili e vulnerabili.
Anche la sedentarietà non aiuta in questo senso e mette in condizioni di rischio, soprattutto se associata a sovrappeso e cattive abitudini.
Questi elementi sono sufficienti per ridurre notevolmente la qualità di vita di una persona.
Un corretto regime alimentare, ricco e vario, è un primo passo importante per prendersi cura di sé stessi.
è importante sapere che adottare un sano stile di vita significa:
Avere cura della conservazione e cottura degli alimenti: errate modalità ne aumentano le probabilità di contaminazioni e ne disperdono i principi nutritivi;
Leggere le etichette dei prodotti: molte sostanze usate nel processo di produzione di frutta, cereali e verdura (pesticidi), oppure conservanti e
insaporitori possono favorire anche l’insorgenza di tumori e patologie cardiometaboliche;
Scegliere una dieta varia che includa: verdura e frutta (compatibilmente con eventuali patologie intestinali) perché fonti di vitamine antiossidanti,
fibre e sali minerali; carni bianche, pesce, legumi, cioè fonti di proteine; carboidrati integrali
Garantire la corretta idratazione quotidiana:assumere almeno 1,5 litri di acqua naturale. In questo modo si garantisce la corretta idratazione
del corpo per una buona salute anche della pelle.
Tenere sotto controllo il peso: un aumento di peso si associa a un rischio maggiore per tutte le patologie, anche quelle oncologiche.
Ridurre la massa grassa ma anche avere una adeguata massa muscolare, grazie ad alimentazione corretta ed esercizio fisico
Evitare il fumo o smettere di fumare
Ridurre l’apporto di sale: l’eccessivo consumo giornaliero di sale è uno dei principali responsabili dell’insorgenza di ipertensione arteriosa che
causa patologie dell’apparato cardio e cerebrovascolare.La riduzione progressiva del consumo di sale ha un effetto positivo sulla salute:riduce la pressione arteriosa migliora la funzionalità di cuore, vasi sanguigni e rene
aumenta la resistenza delle ossa.
Praticare attività fisica con regolarità: molte sono le evidenze scientifiche che dimostrano benefici per la salute anche per i non atleti.
Infatti, un’attività fisica aerobica moderata praticata ogni giorno, a seconda della condizione di salute di base, contribuisce sia al consumo energetico
(che varia a seconda del tipo, durata e intensità di attività fisica) sia al mantenimento/incremento della massa muscolare e al miglioramento del metabolismo.
Quest’ultima è considerata come un vero e proprio “farmaco” efficace nella prevenzione e nella gestione delle patologie croniche e nel controllo del peso, uno dei fattori
di rischio principali per malattie cardiovascolari, oncologiche e metaboliche.
Dormire a sufficienza:il riposo notturno è un altro grande alleato della nostra salute.Inoltre, un sonno inadeguato indebolisce il sistema immunitario
e provoca problemi di memoria e di concentrazione.
Cambiare stile di vita non è facile,tutt’altro! ma perchè farlo? Perchè significa prendersi cura della propria salute, prendersi cura del proprio corpo che è
l’unico posto in cui viviamo, perchè ci farà sentire meglio e con più energie. La spinta motivazionale dipende esclusivamente da noi, è importante focalizzare l’attenzione nei piccoli progressi
di ogni giorno.
infine tre semplici consigli che ci possono essere d’aiuto:
Trova sempre il tempo per rilassare la mente, facendo respiri profondi e allontanandoti dallo stress della vita quotidiana.
Concentrati sui piccoli cambiamenti che puoi fare ogni giorno per migliorare il tuo stile di vita.
Non arrenderti! La tua costanza verrà ripagata e i tuoi sacrifici non saranno vani
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Donare il Sangue? Volere è Potere!
di Sabrina Carlucci
Diventare Donatori di Sangue appena si compioni 18 anni, è la scelta che molte ragazze e ragazzi scelgono di fare quasi come fosse un regalo tanto atteso. Un regalo alla Vita, la propria e quella degli altri.
Sabrina ci racconta la sua esperienza mentre si propone di diventare una attivissima Volontaria!
“Sin dall’inizio, quando non avevo ancora l’età giusta, mi piaceva vedere familiari ed amici andare a donare. Ci andavano con entusiasmo e con una grande volontà, e questo loro atteggiamento mi caricava positivamente attendendo con ansia la maggiore età per potervi partecipare. Appena mi è stato possibile, nel 2010, sono diventata una donatrice. È stato un momento fantastico perché finalmente potevo donare qualcosa che avevo in abbondanza a qualcuno che, in particolari casi, ne sarebbe stato carente. Un aiuto che non richiede grandi sforzi o sacrifici, ma solo un gesto di grande effetto. Un gesto che ha molto da raccontare, come la complicità che si crea tra il donatore e tutta l’equipe organizzativa di medici, infermieri e volontari, che con estrema competenza e serietà svolgono la loro mansione. Ed è per questo che FIDAS MATERA per me è sinonimo di FAMIGLIA. Una famiglia dove ognuno dà il suo contributo affinché tutti stiano bene, una famiglia di cui spero di farne parte e di poter parteciparvi con più di una donazione. Mi auguro di avere, ben presto, il tempo necessario da poter dedicare, totalmente o in gran parte, a questa associazione che non si occupa di reclutare gente per acquisire nuovi donatori come fossero pedine di un gioco, ma si preoccupa di dar vita a chiunque rischia di perderla, e per farlo c’è bisogno di donatori volontari come me, come tanti. Essere donatore ha molti punti a favore. Oltre al fatto di sentirsi compiaciuti per aver fatto qualcosa di buono per chi ne ha bisogno, questo gesto fa bene anche al proprio organismo, perché il piccolo quantitativo prelevato aiuta a rigenerare il sangue e ne favorisce il ricambio con minor concentrazione di zuccheri e grassi nel sangue. Poi bisogna considerare un altro aspetto alquanto importante. Essere donatore vuol dire essere monitorato e controllato, con test medici, prima di ogni donazione così da constatare che il donatore sia in buona salute.
Allora perché non donare?!?
In molti non possono poiché non raggiungono parametri essenziali, ma per molti altri la donazione è come un tabù a causa di poca volontà, di paure, di mancanza di tempo, etc.
Vi posso dire, ed assicurare, che VOLERE E’ POTERE!
Infondo è del bene che si parla e tutto questo può solo giovare alla nostra salute e al nostro stato d’animo. Infatti mi auguro che il numero di donatori aumenti giorno dopo giorno perché la vita è una sola e molte persone, a causa di malattie ed incidenti, non possono viverla in pieno. Ma solo grazie alla donazione riescono ad andare avanti. Soprattutto spero che molti siano i giovani che decidano di intraprendere la strada del donatore perché non ha senso aspettare per donare. Aspettare chi?? Aspettare cosa??? Prima si inizia a donare e più bene si può fare, sia agli altri che a se stessi.”
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LA GIORNATA DI DONAZIONE: PRIMA, DURANTE E DOPO. della Dott.ssa Rosa Lupo
La Donazione di Sangue é un atto volontario, anonimo, gratuito,di responsabilità civile e solidarietà, una scelta di vita e una garanzia di salute per chi riceve e per chi dona.
Potenzialmente ogni uomo o donna potrebbe donare il sangue, ed essendo esso stesso un atto finalizzato ad aiutare il prossimo é importante rispettare il principio di non arrecare danno al donatore e al ricevente.
E’ questo il motivo per cui la Normativa vigente ( Decreto Ministeriale del 2 Novembre 2015) tutela entrambi e impone ai Centri Trasfusionali, nonchè alle Associazioni che operano sul territorio di valutare le
condizioni di rischio e le pratiche cliniche per garantire la totale sicurezza.
La Donazione di Sangue é un gesto di estrema responsabilità, per questo il Donatore deve conoscere, e attenersi, ad una serie di comportamenti da assumere in prossimità della sua donazione.
La preparazione del donatore ha inizio il giorno precedente: é bene consumare un alimentazione sana ed equilibrata, soprattutto una cena leggera, che garantirà al nostro organismo un sonno ristoratore.
Al mattino é consigliata una corretta alimentazione per vivere in serenità la propria donazione di sangue.
Il nostro corpo infatti durante la donazione subisce un importante fuoriuscita di liquidi: la scelta dei giusti alimenti può quindi aiutare il nostro corpo a meglio gestire la donazione
Sarà possibile consumare The, tisane,caffè,bevande vegetali, spremute, succhi di frutta, fette biscottate con un velo di marmellata o anche biscotti secchi. Gli alimenti da evitare sono il latte vaccino e i suoi derivati.
Subito prima della donazione assumere acqua o anche un buon caffè può aiutare a prevenire un eventuale calo della pressione arteriosa.
Al Donatore in sala donazione viene consegnato un questionario che dovrà compilare in ogni sua parte e due informative,pre donazione e post donazione. Al termine della compilazione del questionario, ha inizio il colloquio
con il Medico responsabile della selezione donatori. Questo “incontro” é un passaggio fondamentale in quanto il Medico attaverso le informazioni scaturite dal questionario, la valutazione di parametri clinici quali,
il valore della Pressione Arteriosa, della frequenza cardiaca e del valore dell’emoglobina stabilisce l’idoneità alla Donazione di Sangue.
Il colloquio con il Medico rappresenta inoltre un momento durante il quale il Donatore é invitato a manifestare eventuali problematiche relative al suo stato di salute: uno dei requisiti richiesti
è lo stato di benessere psico fisico. Eventuali segni o sintomi che il donatore riferisce devono essere oggetto di valutazione da parte del Medico prelevatore.
Il donatore idoneo viene fatto accomodare su una poltrona e si procede alla donazione di sangue. Il prelievo dura all’incirca dai 7 ai 12 minuti, dopo i quali il donatore dovrebbe restare seduto per consentire la medicazione
e l’adattamento del circolo sanguigno alla sottrazione del volume di sangue raccolto ( 450 ml)
Dopo la Donazione di sangue segue un breve ristoro presso la seda di raccolta.
E dopo la donazione? E’ essenziale seguire poche indicazioni che ci permettano di gestire al meglio il post-donazione prevenendo il manifestarsi di effetti indesiderati. Si invita il donatore a assumere durante il corso
della giornata adeguate quantità di liquidi, di consumare un pasto leggero, povero di grassi e ricco di liquidi, e di evitare nelle 24 h successive alla donazione attività sportive o attività che richiedano uno sforzo fisico.
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Rubrica – A cura della Direzione Sanitaria FIDAS Matera
LA DONAZIONE DI SANGUE: DAL DONATORE AL RICEVENTE
La donazione di sangue consiste nel sottoporsi, volontariamente alla donazione di una determinata quantità del proprio sangue o di suoi componenti per essere utilizzata a scopi medici. Nel nostro Paese, inoltre, è possibile anche donare il sangue del cordone ombelicale e, in alcuni casi (patologia per la quale è riconosciuto il beneficio dell’utilizzo delle cellule staminali del sangue da cordone ombelicale tra i fratelli o genitori), conservarlo per uso dedicato. Da questo sono estratte le cellule staminali embrionali che rappresentano, spesso, l’unica terapia in molte patologie, come ad esempio le leucemie.
Il limite massimo di sangue intero che è possibile donare è di 450 ml mentre per il plasma è 600 ml. Si stima che il sangue presente in circolo rappresenta circa il 7% della massa corporea.
Il sangue e gli emocomponenti sono prodotti terapeutici indispensabili perché rappresentano la terapia di supporto in moltissime patologie, mediche e chirurgiche, oltre che in emergenza. Molti interventi chirurgici, generando inevitabilmente emorragie, necessitano di unità di sangue da trasfondere al paziente e il numero di unità necessarie è proporzionale alla complessità e durata dell’intervento stesso oltre che all’ età del paziente: pazienti anziani necessitano di maggiori unità.
La normativa italiana, con la legge n. 219/2005 disciplina la qualità e la sicurezza del sangue e degli emoderivati donati, regolamentando con essa le informazioni da fornire e da richiedere ai donatori, fino alla distribuzione e assegnazione al ricevente, passando per i controlli virologici, microbiologici e immunologici e aventi il fine di garantire la sicurezza del sangue da trasfondere.
In Italia possono donare il sangue tutte le persone in buona salute di età compresa tra 18-65 anni, anche se il reclutamento per la prima donazione di individui di età >60 anni deve essere autorizzato dal medico responsabile della selezione.
Il rapporto donatore-ricevente non è un rapporto 1 a 1; ogni unità di sangue intero donato viene frazionata in tre emocomponenti, cioè globuli rossi, plasma e piastrine, ognuno dei quali può essere trasfuso separatamente ad un diverso paziente: il rapporto quindi è 1 a 3. Va anche sottolineato che nell’organismo umano i vari componenti del sangue hanno durate di vita limitate: i granulociti durano alcune ore, le piastrine una settimana ed i globuli rossi 100 giorni.
Il sangue donato, al pari di quello non donato, è dunque deperibile ed ha pertanto una scadenza temporale, dopo la quale non può essere più utilizzato.La sacca di sangue appena donata viene inviata al laboratorio di produzione degli emocomponenti del Servizio Trasfusionale per essere scomposta in globuli rossi concentrati, plasma e piastrine, tramite l’uso di una centrifuga.
Questo passaggio è richiesto in quanto alcuni pazienti necessitano di un determinato emocomponente: gli anemici solo di globuli rossi, chi ha problemi coagulativi solo del plasma, chi ha poche piastrine solo di queste ultime.
I diversi emocomponenti per mantenere le proprie caratteristiche devono essere conservati a diversa temperatura.
Concentrati di globuli rossi
Vengono conservati in appositi frigoriferi a una temperatura fra i +2°C e i +6°C, per un massimo di 42 giorni a seconda della soluzione additiva presente nella sacca. sono indicati nelle anemie acute e croniche per aumentare rapidamente l’apporto di ossigeno ai tessuti
Concentrati di piastrine
Sono conservati a temperatura ambiente (+20-22°C) per un massimo di 5 giorni in costante agitazione. uso: trattamento delle emorragie dovute a carenza delle piastrine
Plasma
Viene congelato rapidamente a -80° e, conservazione a -25° C per 24 mesi.Il plasma è utile nel trattamento delle emorragie dovute a deficit multipli dei fattori della coagulazione per la produzione dei plasmaderivati ( albumina, Immunoglobuline e fattori della coagulazione).
Inoltre, gli emocomponenti, prima di poter essere utilizzati, devono essere validati. Cioè occorre verificare che gli accertamenti di legge (gruppo sanguigno, ricerca del virus dell’AIDS e dell’epatite B, ricerca dei segni di infezione dell’AIDS, dell’epatite B e C e della sifilide, dosaggio delle transaminasi) siano nella norma.
Questi dati non sono fissi, ma evolvono in base al progresso delle conoscenze scientifiche e vengono di volta in volta stabiliti da Decreti Ministeriali (quello vigente è il Decreto del Ministero della Salute del 2 novembre 2015 recante “Disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti”). Dall’analisi di questo processo di conservazione particolarmente complesso e delicato emerge l’importanza che riveste un uso razionale e programmato degli emocomponenti e dei plasmaderivati, al fine di evitarne inutili sprechi.
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