Il Sistema Trasfusionale: Norme, Procedure e Rapporti con l’Associazionismo
Nonostante i progressi delle scienze biologiche e della biochimica , l’uomo rimane a tutt’oggi l’unica possibile sorgente di sangue. Questo fluido vitale, che rappresenta circa l’8% del peso corporeo, e’ irriproducibile ed e’ questo il motivo per cui e’ importante donare. Donare il sangue e gli emocomponenti, come fanno ogni anno circa 1,7 milioni di italiani, da’ la possibilità di aiutare chi ne ha bisogno per vari motivi (vittime di incidenti, interventi chirurgici, malattie congenite come l’ emofilia ,cirrosi epatica…), ma il primo obiettivo di questo convegno è dimostrare come l’atto della donazione contribuisca a migliorare lo stato di salute anche di chi compie il nobile gesto. E questo per una serie di motivi:
- salute sempre sotto controllo: la donazione periodica, infatti, garantisce ai donatori un controllo costante sul loro stato di salute, anche attraverso un miglioramento del loro stile di vita;
- benessere psicologico: fare del bene agli altri aiuta a stare bene con se stessi;
- diminuzione del rischio trombo-embolico attraverso l’emodiluizione e la riduzione dell’aterosclerosi;
- diminuzione del rischio cardio-vascolare attraverso un abbassamento della pressione sistemica grazie alla diminuzione dell’ematocrito;
- diminuzione del rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 grazie all’abbassamento dei depositi eccessivi di ferro nell’organismo che potrebbero compromettere la funzionalita’ delle isole del langherans a livello pancreatico;
- stimolazione del midollo osseo a rinnovare il sangue con effetto “anti-aging” (antinvecchiamento).
Chi puo’ donare il sangue e gli emocomponenti? Quali sono le norme e le procedure da seguire? Qual è il ruolo dell’associazionismo (in questo caso Fidas)? A tal proposito il decreto 2 novembre 2015 del ministero della salute con i suoi 10 titoli, 35 articoli e 12 allegati ha emanato le disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti. Chiunque può donare purché risponda ai requisiti fisici come descritti dall’allegato 4:
- età compresa tra 18 e 65 anni (oltre i 65 anni e fino ai 70 anni decide il medico prelevatore sulla base delle condizioni cliniche dello stesso donatore);
- peso non inferiore ai 50 kg;
- p.a. sistolica inferiore e/o uguale a 180 mm/hg;
- p.a. diastolica inferiore e/o uguale a 100 mm/hg;
- frequenza cardiaca regolare e compresa tra 50 e 100 bpm;
- Hb superiore e/o uguale a 13,5 g/dl per l’ uomo e 12,5 g/dl per la donna (se portatori di beta-talassemia i valori sono di 13 g/dl nell’uomo e 12 g/dl nella donna), in caso di donazione di sangue intero. In caso di plasmaferesi attuate con intervalli di tempo superiori a 90 giorni, il donatore puo’ essere considerato idoneo con valori di Hb non inferiori a 11,5 g/dl nella donna e a 12,5 g/dl nell’uomo, 11 g/dl e 12 g/dl se portatori di trait talassemico.
- rispetto dei 90 giorni tra una donazione di sangue intero e l’altra, 30 giorni tra una donazione di sangue intero e plasma, 14 giorni tra una donazione di plasma e successiva donazione di plasma e/o di sangue, massimo 2 donazioni all’anno per la donna in eta’ fertile.
Accanto ai requisiti fisici , imprescindibili, ci sono poi le condizioni di salute pregresse e attuali del donatore ben descritte nel questionario anamnestico da compilare in ogni singola parte. A tal proposito ritengo che ( secondo obiettivo) debba esserci un potenziamento delle informazioni da fornire al donatore nell’unità di raccolta, non solo attraverso la consegna dell’informativa post-donazione, utilissima, ma anche attraverso una strategia di comunicazione pre-donazione più efficace che preveda un maggiore utilizzo di brochure e manifesti dedicati, magari aggiungendo nuovi strumenti, ad es. una lavagna luminosa, tali da attirare l’attenzione del donatore che potrebbe giù in fase di compilazione del questionario riconoscersi in una possibile condizione di esclusione temporanea e/o definitiva. Ad ogni donazione c’è l’obbligatorietà all’esecuzione di esami di laboratorio volti ad escludere la positività degli indicatori delle malattie infettive trasmissibili. In caso di positività il Sit garantisce che sul donatore siano espletate tutte le indagini necessarie per individuare i fattori comportamentali di rischio. Anche in questo caso (terzo obiettivo) ritengo debba migliorare il feed-back Sitassociazione, in modo tale che, sempre nel rispetto della normativa e della privacy, si possa venire a conoscenza, nel più breve tempo possibile, della modifica dello status del donatore. Questo soprattutto per evitare, nella giornata della donazione, di contattare persone che si possono trovare in una condizione di esclusione temporanea o permanente. L’articolo 16 del Titolo V del decreto 2 novembre 2015 ha stabilito procedure operative per la raccolta di sangue ed emocomponenti, dalla detersione e disinfezione della cute prima della venipuntura fino agli interventi assistenziali ed alla registrazione in caso di reazioni avverse, mentre l’articolo 30 del Titolo IX (sistemi informatici e programmi di prevenzione) ha stabilito come il sistema gestionale debba rispondere ai requisiti minimi di funzionalità e di sicurezza stabiliti nell’allegato XII, e che non è consentito introdurre modifiche e personalizzazioni dei sistemi informatici che determinino situazioni operative difformi o non congruenti con i requisiti indicati nel suddetto allegato. Anche su queste procedure, come medico prelevatore e come direttore sanitario regionale ritengo ci siano da raggiungere ulteriori obiettivi. Mi riferisco alla possibilità di aggiungere al momento dell’accettazione del donatore il suo status (nuovo donatore, donatore periodico…), la cui mancanza non consente di continuare nella procedura, e ad evitare modifiche o personalizzazioni dei sistemi di gestione che determinano situazioni operative difformi, come accade in qualche caso. É ormai chiaro a tutti che l’atto della donazione ha subito un processo evolutivo finalizzato a garantire una sempre maggiore efficacia in termini di qualità e sicurezza, a partire dalla preparazione, etichettatura, conservazione e trasporto del sangue intero e degli emocomponenti, tracciabilità. Questo presuppone un sempre maggiore coinvolgimento anche degli associati Fidas, degli amministratori, che diventano parte importante durante la giornata di donazione, e chiaramente una formazione costante e continua del personale medico e infermieristico che non può essere raggiunta se non attraverso incontri audit di prima e seconda parte.